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Ipnosi ericksoniana

 

Comunicare con l’inconscio del paziente

L’ipnoterapia ericksoniana è una procedura che deriva dagli studi di M. H. Erickson, lo psichiatra che rivoluzionò la pratica dell’ipnosi classica di tipo freudiano. L’approccio ericksoniano all’ipnosi è innovativo: essa non è più vista come un metodo per far riaffiorare dall’inconscio elementi rimossi, generatori di nevrosi e problemi psichici, ma come una pratica che permette di “comunicare” con l’inconscio del paziente.
Attraverso l’ipnosi, la psicoterapia ericksoniana attiva tutte le risorse necessarie alla guarigione che sono già presenti nell’inconscio del paziente; in questo modo il terapeuta è in grado di suggerire delle possibili soluzioni all’inconscio stesso, aggirando le resistenze e la rimozione che la coscienza può opporre al cambiamento.


 

Focus


 

 

 

L’ipnosi come modalità comunicativa

Alla base degli studi di Erickson c’è il presupposto che gli esseri umani abbiano una propria personale realtà auto costruita; a volte questo background può portare ad errate percezioni di sé, degli altri e dell’ambiente in cui si vive. “Parlare” con l’inconscio, attraverso la procedura ipnotica, può essere un metodo efficace per modificare queste percezioni errate.
L’ipnosi ericksoniana può essere definita come uno “stile comunicativo” particolare, una sorta di comunicazione relazionale tra paziente e terapeuta; di per sé, l’ipnosi da sola non ha effetti terapeutici, ma deve sempre essere inserita in una situazione in cui il paziente venga riconosciuto nella sua identità e sia consapevole che l’esperienza di modificazione della sua coscienza è di fatto associata ad una procedura psicoterapeutica.
L’ipnosi ericksoniana aiuta il paziente a sperimentare nuovi modi di sentire e percepire sé stesso e la situazione o il contesto dal quale deriva il disagio; è un mezzo per uscire da una “modalità disfunzionale” sperimentando un modo diverso e spontaneo di affrontare la situazione.